Ecco il video integrale su quanto avvenuto domenica mattina al gazebo della Lega Nord di Castano Primo.
Fortunatamente i mezzi di oggi ci permettono di documentare tutto e così, possiamo dire senza timore di essere smentiti, che a Castano si è svolto un confronto, particolarmente acceso in alcuni tratti, ma corretto. Senza minacce, senza parolacce, nulla di nulla.
Alcune cose La Nuova Italia le vorrebbe precisare.
Anzitutto il volantino distribuito dalla Lega per pubblicizzare l’evento riportava il titolo ‘Stop Moschea’ quasi a voler insinuare che in paese è in corso la costruzione di una Moschea con tanto di minareto e chissà cos’altro ancora. Un titolo, ci si lasci dire, capace di attirare l’attenzione del cittadino medio in cerca di qualcosa o di qualcuno con cui prendersela.
È per questo che La Nuova Italia domenica mattina si è presentata al gazebo leghista con il suo segretario Munib Ashfaq, insieme alle due associazioni islamiche castanesi.
Si voleva precisare che una Moschea è ben diversa da un centro culturale islamico.
Un centro culturale islamico si prefigge di unire i musulmani di diversi paesi di provenienza, avvicinare le famiglie, diffondere la cultura islamica, organizzare incontri, corsi di lingue, mostre e tanto altro. Al suo interno ha anche uno spazio riservato alla preghiera, ma è cosa diversa dalla moschea che è luogo di culto per gli islamici.
Quello che La Nuova Italia si prefigge è che anche le due associazioni islamiche castanesi possano avere uno spazio dove poter ritrovarsi. Lavoreremo anche per questo come movimento che si propone di tutelare i diritti. A tale proposito l’ultima sentenza del Tar ha accolto il ricorso dell’associazione Madni annullando il provvedimento del mese di ottobre dello scorso anno del Comune di Castano Primo permettendo la ripresa dei lavori.
Su questo continueremo a batterci e abbiamo già contattato il sindaco Giuseppe Pignatiello per un confronto. Si è parlato di una cinquantina di islamici che hanno circondato il gazebo. Ebbene, si trattava di una cinquantina di persone la maggior parte delle quali cittadini italiani, che si sono semplicemente recate al gazebo per ascoltare. Ribadiamo: nessuna intimidazione e nessuna minaccia. Anzi, quelle 50 persone hanno perfino partecipato apponendo la loro firma alla raccolta a favore del Made in Italy. Vogliamo continuare sulla strada del confronto, convinti che sia la via giusta da percorrere.