Non potevamo rimanere a casa a far niente. Il nostro obiettivo, come movimento La Nuova Italia, è quello di cambiare.
Di cercare a tutti i costi un’Italia diversa e rispettosa dei diritti di tutti gli individui di questo mondo
. Anche e soprattutto delle persone più difficili. Non potevamo far finta di niente e così sabato pomeriggio abbiamo voluto esserci. Ci siamo presentati anche noi in piazza Meardi a Voghera dove era in programma una manifestazione e dove un nutrito gruppo di persona ha gridato ad alta voce ‘Giustizia per Youns e No al razzismo’. Una piazza blindata da decine di uomini in divisa in tenuta antisommossa. Per la Nuova Italia c’erano il segretario Munib Ashfaq e i soci fondatori Francesco Maria Bienati e Rita Salierno. Abbiamo incontrato tante persone, abbiamo parlato con loro. Molti erano rappresentanti di partiti o di associazioni, come noi. Alcuni erano connazionali di Youns (abbiamo incontrato perfino un giovane marocchino che vive a Magenta, arrivato a Voghera per manifestare solidarietà alla famiglia). C’era Armando Zambelli del Partito Comunista Europeo, c’erano i volontari del MIS, spazio Marocchino Italiano per la Solidarietà, numerose associazioni italo marocchine e tanti amici che conoscevano Youns.
“La cosa che più ci ha colpito – ha detto Munib Ashfaq – era l’enorme presenza di persone in difficoltà che vivevano a Voghera. Era evidente che si trattava di persone che necessitavano di un aiuto e non lo hanno avuto, come Youns. In questo lo Stato ha una grande responsabilità”. Non entriamo nel merito di una vicenda tuttora al vaglio delle autorità inquirenti. La sorella di Youns ha preso la parola ringraziando tutti coloro che sono intervenuti. “Oggi manifestiamo contro le ingiustizie – ringrazio tutti, italiani o arabi. Non mi interessano le vostre origini. Chiarisco che noi non facciamo parte di nessun partito, chiediamo soltanto Giustizia. Chiedo a tutti i presenti di manifestare pacificamente, senza creare problemi. E per questo vi ringrazio e non smetterò mai di farlo. Oggi con me c’è anche il papà di Youns. Il papà del barbone senza tetto! Non è vero, non era un barbone! Aveva una famiglia e ora lui non c’è più”. I manifestanti hanno urlato a squarciagola ‘assassino, assassino’. Noi de La Nuova Italia manifestiamo solidarietà alla famiglia del giovane ucciso per mano di un assessore che non doveva circolare armato con un colpo in canna pronto ad essere esploso. Ci uniamo alle parole della sorella che ha dimostrato grande coraggio. Continueremo a seguire la vicenda di Youns e di tutti coloro che sono vittime di ingiustizia. A Magenta come a Voghera o in qualsiasi città d’Italia. Nel video girato e montato da Francesco Maria Bienati abbiamo tentato di capire in primis che funzioni hanno avuto le innumerevoli telecamere presnti in loco. Guardiamolo con attenzione: